28.10.2021
Con l’arrivo dei mesi più freddi dell’anno ed il conseguente progressivo abbassamento delle temperature, molti di noi si chiedono la stessa cosa: quando dobbiamo accendere il riscaldamento?
In risposta ci viene il D.P.R. 412/1993, il quale stabilisce le date e le relative fasce orarie di accensione degli impianti centralizzati, dividendo l’Italia in sei zone differenti a seconda del clima e delle temperature medie di stagione, indicando anche la durata massima giornaliera consentita per l’accensione. La questione è leggermente diversa per le singole unità abitative, che hanno la possibilità di gestire autonomamente l’accensione del proprio impianto, dovendo comunque garantire il rispetto della normativa.
La divisone del territorio italiano in aree climatiche per la regolamentazione degli impianti di riscaldamento deriva dalla necessità di incentivare il risparmio energetico e la tutela del clima, ma garantendo a tutti gli italiani una temperatura adeguata all’interno delle abitazioni. Nella penisola italiana, a causa della sua conformazione geografica, per avere la stessa temperatura all’interno degli edifici (circa 20°C), a Palermo come a Trento, saranno ovviamente consentite tempistiche diverse per l’utilizzo del riscaldamento. Di seguito elenchiamo le varie zone con le indicazioni da seguire:
- F: zona delle Alpi che comprende le province di Cuneo, Belluno e Trento. In queste aree non ci sono limitazioni né di tempo né di orario;
- E: zona della Pianura Padana comprende le provincie di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza. In queste aree il riscaldamento si accende il 15 ottobre, con un massimo di 14 ore al giorno fino al 15 aprile 2021;
- D: zona degli Appennini comprende le provincie di Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa C., Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo, Vibo Valentia. In queste aree il riscaldamento si accende dal primo novembre al 15 aprile, fino a 12 ore al giorno;
- C: zona adriatica settentrionale rappresentata dalle provincie di Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari o Taranto si può accendere il riscaldamento dal 15 novembre, fino al 31 marzo, per un massimo di 10 ore al giorno;
- B: zona tirrenica costituita dalle province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani, dove l’impianto può restare acceso dal primo dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno;
- A: zona sudorientale e delle isole nei comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle, è possibile accendere i caloriferi solo dal primo dicembre al 15 marzo, non oltre le 6 ore quotidiane;
Ovviamente la regolamentazione descritta indica le linee guida da seguire, ma possono esserci variazioni in caso di situazioni climatiche straordinarie e impreviste. In questo caso sarà il sindaco del comune interessato dall’ondata di freddo e dal maltempo che avrà il compito di approvare eventuali modifiche nel calendario, ad esempio posticipando la data di spegnimento o prolungando la durata di accensione giornaliera. Consigliamo di verificare sempre le indicazioni del comune dove è situato l’edificio.
Un aspetto non irrilevante dell’utilizzo degli impianti di riscaldamento è quello dei costi. In particolare, per tutti quegli edifici il cui impianto è alimentato a gas, la bolletta non è da sottovalutare. Un consiglio utile per ridurre i costi sulla bolletta è quello di tenere sotto controllo la temperatura del riscaldamento, evitare di tenerlo “al massimo” per tutta la giornata ed evitando temperature “tropicali”, che non fanno bene né a noi né all’ambiente. Ricordiamo che la normativa vigente prevede una temperatura consentita di 20° C, con due gradi in più di tolleranza. Inoltre, la temperatura ideale per il benessere dell’organismo è di 19 gradi. Quindi abbassando la temperatura anche di un solo grado, si inquina meno, si risparmia sulla bolletta fino al 7% e si favorisce il comfort dell’abitazione.
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